Qualche giorno fa era il mio compleanno.
No, no... questo post non è da leggersi come
una captatio auspiciorum, anzi! Solo che da quando vivo qui il compleanno è diverso, stressante.
Premetto: non sono mai stata una grandissima
fan del mio compleanno. Niente di esistenzialistico, sia chiaro. Solo che non
mi piace stare forzatamente al centro dell’attenzione per un fatto così naturale
come l’essere venuta al mondo - di cui, obiettivamente, non ho meriti.
Penso allo stress emotivo che il compleanno mi ha sempre causato negli
anni più teneramente adolescenziali. Chi si dimentica di fare gli auguri va
diretto sulla lista nera o ha ancora un anno per redimersi? Cosa ti regala il
tuo ragazzo? Ah, ma tu di Nokia non volevi il 3310? Oh, avevo
capito acustica, non elettrica la chitarra.
E in anni ormai meno teneri il
compleanno è un passo che allunga la distanza da tutto quello che si voleva
fare entro i trenta. L’annuale occasione per dire a me stessa che se mollo
tutto entro il prossimo compleanno forse ce la faccio a realizzare il piano studiato nel 2002. Che è troppo breve questa esistenza per stare ordinati negli schemi
degli altri.
Ma niente esistenzialismo si è detto.
“Non potresti semplicemente trattare il tuo
compleanno come un giorno qualsiasi e non dargli troppo peso?” – si chiederanno
leggendo.
È proprio questo il problema: in Germania il
compleanno è un giorno sacro e va festeggiato al pari di una ricorrenza
religiosa. Tant’è che c'è tutto un lessico legato all'occasione! Das Geburtstagskind è “il bambino (Kind) che ha il compleanno
(Geburtstag)”, indipendentemente che sia il suo quinto o settantaseiesimo
compleanno. Ogni Geburtstagskind deve ricevere un Geburtstagstisch
ossia deve trovare i suoi regali su un tavolo (Tisch),
decorato il più possibile.
E così capita ogni anno: mi sveglio e trovo i
miei regali (Geburtstagsgeschenke), i miei biglietti (Geburtstagskarten), la mia torta (Geburtstagskuchen) e la mia candela (Geburtstagskerze) accesa sul tavolo in sala.
Loro sono già lì che mi aspettano – perché anche l’entrata deve essere cerimoniosa.
Che cosa carina, vero?
Certo. Ma non finisce qui!
Perché il Geburtstagstisch mi aspetta anche in
ufficio: la scrivania decorata con stelle filanti e ghirlande, una psichedelia di
caramelle sparse tra il casino che ho lasciato la sera prima, il biglietto
firmato da tutti sulla tastiera. Nel primo ufficio in cui ho lavorato c’era
addirittura la Geburtstagsdecke ossia la tovaglia da usare solo per decorare le
scrivanie del Geburtstagskind di turno. E, visto che oggi è il mio compleanno,
per la prima ora c’è la processione di colleghi che viene a fare gli auguri (Geburtstagswünsche) con
abbraccio. Che cosa carina, vero?
Certo! Ma adesso arriva la parte peggiore.
I colleghi, nei giorni precedenti il grande
evento, fanno girare una busta in cui ognuno mette un piccolo contributo pecuniario
con cui poi viene comprato un buono per un negozio. Regalo per cui il festeggiato
ringrazia ufficialmente offrendo qualcosa da mangiare. E si badi: non offrire
qualcosa per il proprio compleanno è inammissibile. Ines, nel 2009 non ha portato
niente, e sono 5 anni che qualcuno nella sua busta mette solo 20 centesimi!
Il solenne momento del dolce deve essere visibile
per tutti in Outlook. Ed è quello più stressante in assoluto!
L’anno scorso ho avuto il primo compleanno
nella nuova azienda, dopo soli 21 giorni dal mio primo giorno di lavoro. Come
da tradizione interna, tutti i (nuovi) colleghi si sono riuniti in cucina e hanno
cantato tutti insieme “happy birthday” (Geburtstagslied).
Io, nuova, al centro dell’attenzione, in un imbarazzo
bollente, occhi che non sanno dove guardare, sorriso calante. E dopo il coro
tocca pure la consegna ufficiale del regalo con piccolo discorso di circostanza
della mia (nuova) capa. E, come se non avessi ancora avuto abbastanza, l’atteso
discorso da parte mia per ringraziare e presentare le torte preparate la sera
prima. E mi permetto di precisare che la reputazione professionale può subire
scossoni non indifferenti se la torta è cruda, bruciata o, caso estremo,
comprata.
Voi ditemi se tutto ciò non è stressante!
Ma va fatto, perché il compleanno è sacro. Talmente
sacro che molti, addirittura, si prendono un giorno libero. E ciò viene tranquillamente
capito e tollerato anche se proprio quel giorno c’è un mega meeting
internazionale o un viaggio di lavoro intercontinentale.
Ho visto che le modalità di festeggiamento variano
da azienda in azienda e di anno in anno.
Qualche anno fa era stata testata questa
pratica: a novembre ognuno estraeva il nome di un/una collega a cui avrebbe
dovuto preparare la torta di compleanno. Gli abbinamenti dovevano essere tenuti
segreti e il Geburtstagskind avrebbe scoperto il nome del suo pasticcere solo
nel giorno x. Questo per evitare al festeggiato lo stress di dover passare il
giorno precedente il suo compleanno in cucina a fare torte. Non si contava però
lo stress del pasticcere che avrebbe rischiato di rovinare un giorno tanto
sacro! A volte si decide di sopprimere le raccolte di soldi: in questo caso ci
si attiene alla email dell’ufficio del personale o del capo.
Per chiudere ci tengo a illustrare un vocabolo
essenziale del lessico genetliaco: nachträglich.
La locuzione è “Alles Gute nachträglich (zum
Geburtstag)” - tanti auguri in ritardo.
Le situazioni tipiche:
1) la persona ha la scusante: non era
in ufficio o non eri in ufficio tu. La felicità per il tuo compleanno vibra
ancora, nonostante sia di un giorno fa. Cosa hai fatto di bello per il tuo
compleanno? Hai festeggiato come si deve? Cosa ti hanno regalato?
Ditemi voi se tutto ciò non è motivo di Geburtstagsstress! - la parola esiste davvero!
Io che al mondo non ci volevo manco venire. E neanche
in ufficio, a dirla tutta.
Esistenzialismo a parte, ci sarebbero anche i
compleanni nei tempi studenteschi, quelli tondi, quelli dai 60 in su, quelli
sullo scoccare della mezzanotte, quelli nella ex DDR… ma devo andare, la torta per la festicciola
con quelli del coro esce tra 2 minuti.