Il gesto e(i)stremo


Un segno caratteristico degli amici d'oltre cavolo, oltre ai leggendari sandali con calza più e più volte osservati nel corso dell'estate? Vanno pazzi per il gelato (Eis, leggasi Ais). Lo adorano. E lo mangerebbero sempre. Anzi, lo mangiano davvero sempre, anche di mattina, parola di questi occhi sempre alla ricerca di stranezze. Un perfetto pomeriggio di fine agosto in città è al tavolo di qualsiasi Eiscafè con davanti un'enorme coppa di gelato, l'Eisbecher, talmente alta da dover tirare leggermente in su il sedere per attaccarne la punta. Del miglior gelato di Amburgo ne parlerò di sicuro un'altra volta. Oggi voglio parlare del peggior gelato del mondo.

Perugia, Piazza IV Novembre, guardando la cattedrale di San Lorenzo subito a destra.
"La casa del gelato" mi sembra che si chiami. Gelato artigianale, "quello buono" dice il cartellone. Già appena ci ha visti entrare il gelataio ci ha detto che lui di moneta per il resto non ne ha, tiene solo banconote. Avremmo dovuto insospettirci, il gelataio nel punto più turistico della città non ha moneta alle quattro del pomeriggio...probabilmente perché non ne ha proprio ricevuta!
Sven assaggia il suo gelato, e Sven adora il gelato, per lui è il piacere più grande del mondo pari forse solo a una pizza fatta come si deve (e suo figlio uguale, tanto per la cronaca); è il momento più godereccio di ogni giornata di vacanza. Non c'è bella Italia senza pizza e gelato, più crucco di così si muore (fatta eccezione per il look dei piedi). Dicevo, Sven assaggia il suo gelato e dice semplicemente "ma che cazzo" (mi scuso per la volgarità ma ha detto davvero così). "Questo è il peggior gelato della mia vita!". Non posso crederci, dai, ne ho mangiati di gelati schifosi su al tuo Paese, non può essere. E invece la prima leccata conferma: è il gelato più schifoso della storia del gelato anzi il gelato più cattivo dell'universo e oltre. Immangiabile. "Non l'ho mai fatto in vita mia, mai avrei pensato di farlo ma fa troppo schifo" e pronunciando cotesto verdetto sbatte il cono da tre gusti nel cestino. Io do al mio ancora una chance e tre leccate dopo di ché compio pure io il medesimo estremo gesto. E quello del bimbo? "No, non possiamo fargli questo!" e la coppetta fior di latte e fragola va a raggiungere il proprio destino.
Di fronte a questa gelateria da evitare a tutti i costi ce n'è un'altra: Gelato artigianale "numero 1". Basta false promesse, non ci caschiamo più. Per fortuna poi finiamo da Grom e la giornata vacanziera perugina di mio marito è salva, anche se alla modica cifra totale di 14 euro per tre gelati.