La notte di Tondorf


Tondorf, 6 agosto 2011

Siamo arrivati a Tondorf verso le cinque del pomeriggio. Tondorf è un paesino dalle parti di Euskirchen che sta dalle parti di Cologna. Per farci sgranchire le gambe, Bärbel ci ha portati a fare due passi a Blankenheim, una splendida cittadina medievale di quelle che si immaginano mentre si studia il libro per l’interrogazione di storia. Con le case in pietra e legno, la rocca sulla collina, la chiesa. E proprio come nei tempi bui che tutti abbiamo in testa veniva giù una pioggia che Dio la mandava. Forse per rovinare la tanto attesa festa pagana con mercatino e musica dal vivo intorno al lago rendendo il tutto un mortorio medievale. Le meste Frauen che smontano i banchetti coi loro tesori, la giostra addormentata in mezzo alla piazza, il carretto dei dolci senza un bambino. Meno male che almeno il camion birreria contava qualche impavido brindante.

Una volta tornati a casa, cenato, messo a letto Davide e chiacchierato con Bärbel siamo andati a dormire.
Lo posso affermare con certezza: non ho mai dormito così bene. Abbiamo avuto la fortuna di far giacere le nostre stanche membra su un materasso ad acqua. Mi sono addormentata di colpo come sotto l'effetto dell'anestesia per l’appendicite.
Da un punto lontano in superficie, come da un pertugio che buca la luce nel fondo di una caverna; un richiamo da orizzonti remoti, come una voce che ti riprende dall'oltretomba del subconscio; un rimbombo ovattato come se fossi sott'acqua, un grido che diventa sempre più chiaro, sempre più vero. È Davide che si è svegliato. Apro gli occhi ma ho completamente perso l'orientamento, potrei essere nella stiva di un traghetto oppure nascosta in un sottoscala durante un terremoto. Ci metto un bel po' a realizzare che sono in camera e che questo sonno così profondo che a me sembrava eterno in realtà è durato solo un'ora e mezza. Ci metto un po' a far riaddormentare il piccolo e una volta risdraiata, l'ondeggiare delicato del materasso mi riporta nel limbo. Davide è stato agitato per tutta la notte. Io sono morta e risorta almeno quattro volte.