Der Tramper


Autostrada A8, 8 agosto 2011

Viaggiare con un neonato è fantastico, mentre dorme. Quando apre gli occhi iniziano i guai. Di solito la macchina è come un sonnifero per un bambino e se si sveglia lo fa per due motivi: ha fame o ha il pannolino pieno. Nel nostro caso i due motivi coincidono praticamente sempre. Così a metà del viaggio tra Tondorf (Renania settentrionale - Vestfalia) e Pfalzgrafenweiler (Baden-Württenberg) ci siamo fermati per dargli da mangiare e cambiarlo. Mentre parcheggiamo vedo un ragazzo carico come un mulo, con zainone da trekking, materassino, tenda, borsa a tracolla, chitarra e un cartello, che si aggira tra le macchine in cerca di un passaggio. Non faccio in tempo ad indicare l’autostoppista che Sven è già sceso dalla macchina con la cartina per chiedergli dove deve andare.
Visto che non avevamo la macchina abbastanza piena l’abbiamo tirato su.

Il simpatico autostoppista diretto a Monaco ha 21 anni e si è fatto un giro in autostop fino in Francia. È stato in viaggio un mese. Da solo.
Diverse le reazioni mia e di Sven.
La mia invidiosa: “wow, i miei col cavolo che a 21 mi avrebbero permesso di farmi le vacanze in autostop da sola”.
Quella di Sven nostalgica: “anche io da giovane sono andato in Italia in autostop”.
Diversi i motivi per cui l’abbiamo tirato su nonostante la macchina strabordante di bagagli.
Il mio pettegolo: “mo’ voglio sapere questo da dove arriva, dove è stato, dove va, cosa fa…”
Quello di Sven solidale: “anche noi in viaggio abbiamo sempre trovato gente gentile che ci ha tirati su”.

Ho lasciato al giovane autostoppista il sedile davanti e mi sono messa dietro con Davide. Ho potuto così ascoltare l’avventura di questo stravagante bavarese che, zaino in spalla, si è messo in viaggio in solitaria verso la Francia, senza nessun tipo di organizzazione e molto probabilmente con pochi soldi. Durante il viaggio ha pure compiuto gli anni, raggiungendo la sfacciata età di 21 anni e, per farci sentire ancora più vecchi, ci ha informati che a breve avrebbe cominciato l’università. Capito? Cominciato!!! “E voi invece cosa fate?”. Gli abbiamo raccontato dei nostri rispettivi lavori (“come, avete solo 28 giorni di ferie?!?!” – “guarda che non sono mica pochi!”), del nostro viaggio d’oltre cavolo, dell’Elternzeit. Ed era interessante vedere che quello che a noi ora entusiasma di più, ossia la nostra nuova avventura da genitori, era per lui qualcosa di lontano anni luce, un futuro così remoto che tanto vale non pensarci neanche. Non gli abbiamo detto che i nostri 21 sono appena dietro l’angolo, che la vita passa così in fretta, che un giorno ti svegli e ti rendi conto che sei laureata da 4 anni, hai la tua famiglia e tutte le responsabilità che ciò comporta, hai ancora tante idee e sempre poco tempo per realizzarle.
A un certo punto la discussione tra Sven e l’autostoppista è diventata tecnica. In un’area di sosta conviene mettersi a cercare un passaggio dal benzinaio; nei Paesi con il pedaggio mai mettersi al casello perché se ti becca la polizia sono guai; cercare di stare alla larga da altri autostoppisti se no si rischia di aspettare ore prima che qualcuno si fermi.
Poi Sven non resiste e scatta la nostalgia: io e Michi un giorno abbiamo aspettato per quattro ore…poi si è messo a piovere…abbiamo scritto un cartello…abbiamo dormito in un parco giochi…siamo stati tirati su anche noi da qualche camionista…

Abbiamo lasciato e salutato l’autostoppista in un’area di servizio e siamo ripartiti.
“Sven, l’avevi detto a tua mamma prima di partire che saresti andato fino in Italia in autostop?” - chiedo. “Ovviamente no!” è la risposta! “No, perché secondo te tra 20 anni nostro figlio un viaggio del genere di nascosto non se lo farà?”. E sapete cosa vi dico? Spero per lui di sì!