Pubblicità convincenti


L'ho già scritto qui e qui: a me la pubblicità piace un sacco! Ecco perché non perdo l'occasione di fotografare i cartelloni pubblicitari di Amburgo, sia quelli geniali sia quelli orrendi come questo (fatti salvi i de gustibus ovviamente...)



Qualche tempo fa aspettando la U-Bahn mi cade l'occhio su una campagna di sensibilizzazione contro l'uso improprio dei mezzi pubblici e cioè il viaggio senza biglietto o  in nero come si dice qui.
Eccolo:


Head: "Il mio cane mi ha mangiato il biglietto!"
Sottotitolo e testo: Conosciamo tutte le scuse di chi viaggia senza biglietto. Meglio comprare un biglietto prima di ogni viaggio e: -risparmiare 40 euro di multa -avere la coscienza pulita verso chi paga -viaggiare senza paura. I biglietti si possono acquistare alle macchinette, nei punti HVV, sull'autobus, sul sito e via app.

Premessa: ho provato più volte a fotografare il cartellone con l'Iphone ma il risultato era sempre impresentabile. Ho quindi mandato una mail al servizio clienti HVV chiedendone una copia e, non ne avevo dubbi, me ne hanno mandata una. Per posta. Ora il cartellone pubblicitario è appeso in cucina.

Perché funziona questa pubblicità? Perché tocca tre nervi scoperti dei miei nuovi connazionali:
  • Il risparmio.
Se non paghi il biglietto perdi 40 euro o, al contrario, se fai il biglietto risparmi i 40 euro di multa. I tedeschi sono dei gran risparmiatori, è innegabile e risaputo. Ho visto gente fare cose che voi italici non potete immaginare come mangiare riso in bianco e piselli in scatola per 2 mesi pur di risparmiare e farsi un viaggione di un mese in Asia. Esempio estremo preso dalla vita di studenti, certo. Ma anche tra i lavoratori la rinuncia al superfluo non pesa se la ricompensa è qualcosa di grande, grandissimo, irripetibile. E, tra l'altro, se non metti via i soldi ora che sei giovane, quando vai in pensione cosa fai?

  • Il senso di colpa.
Ritraduciamo il cartello così: "ti sembra giusto che tutti gli altri paghino il biglietto e tu no? Magari c'è pure gente che guadagna molto meno di te e tira lo stesso fuori i soldi mentre tu te ne infischi delle regole". I tedeschi, linguisticamente parlando, non hanno la coscienza sporca ma ce l'hanno cattiva se sanno di aver fatto qualcosa di sbagliato. E la coscienza prima o poi presenta il conto! Si, io in questa frase ci leggo tutto ciò. Esagero?

  • La paura.
Perché se vi è mai capitato di viaggiare senza biglietto (e io ammetto di averlo fatto una volta o due), sapete bene che il viaggio è un'agonia. A ogni fermata si è presi dai brividi; se si vede salire qualcuno con una giacca scura subito vengono le palpitazioni; a fine viaggio si tira un sospiro di sollievo talmente profondo che si va in iperventilazione. 
Questo tema preme tra l'altro una leva culturale di cui pure ho già parlato qualche volta e cioè: il rispetto delle regole è dettato prevalentemente dalla paura delle conseguenze. E in questo caso le conseguenze sono: 40 euro sprecati, la coscienza sporca con cui fare i conti e, aggiungo io perché nel cartellone non c'è scritto, il pericolo di macchiare la fedina penale la terza volta che si viene beccati. Da non trascurare è anche la figuraccia che si fa con i controllori e gli altri passeggeri - ed ecco dunque le scuse fantastiche che danno la colpa ai cani, alle zie morenti o, in questo altro caso, alla macchinetta che al posto del biglietto ha emesso un barretta di cioccolato.




Siete stati mai beccati dai controllori senza biglietto?
Che scuse avete usato? Avete mai provato con il classico "sono straniero, non lo sapevo, io no parlare tedesco"?