Scendere a D...



Oggi sono andata a Düsseldorf per un Workshop. Partenza del treno alle 6:06. Orario indegno e poco cristiano. Tra Amburgo e Düsseldorf ci sono 400 km, troppo pochi per un aereo costoso (e inquinoso), abbastanza per farsi cullare dalle rotaie in uno stato di assopita ubriachezza – schlaftrunken come ho imparato oggi.
Arrivo previsto: 9:12.

Alle 9:10 parte l’annuncio: signore e signori, tra pochi minuti raggiungeremo la stazione di Du.. – tolgo le cuffie – la coincidenza per l’aeroporto di Düsseldorf (che è la mia destinazione finale) è al binario brsch – non ho capito che numero, fa niente, lo troverò lì. 

9:12 spaccate, scendo dal treno.

Catena di pensieri.

Certo che una città famosa come Düsseldorf si meriterebbe una stazione più carina.

Poca gente in stazione centrale a Düsseldorf alle nove e dodici.

Ma dove cavolo è il cartello con la S verde per la S-Bahn? Vedo solo la U di U-Bahn. Magari qui la S si chiama U.

Qualcosa non torna.

“Entschuldigung (Frau panettiera del Le Crobag), dove prendo la S per l’aeroporto? Eh certo, quello di Düsseldorf! (e che antipatica, manco fossimo ad Amburgo). Ah binario 5, dove c’è la U, grazie.”

Ed è proprio una volta arrivata su al binario 5 che la realtà si palesa in forma di cartello blu. DUISBURG.


Sono scesa nella città sbagliata! 

Sono da sola in una stazione di una città fuori programma, sono sveglia dalle 5 e non ho ancora bevuto un cavolo di caffè, la batteria del cellulare è al 46% ... ma il mio problema principale è che arriverò in ritardo al Workshop e farò la figura della solita italiana. 

Chiedo a una tizia se il treno in arrivo porta all’aeroporto di Düsseldorf. Simpaticissima anche lei mi indica il Display - sì, l’avevo visto che ci sta D-Flughafen ma per oggi di una D senza il seguito non mi fido più. 

Arriva una S-Bahn al binario 5, nonostante il cartello U. E, davvero, la S-Bahn fermerà all’aeroporto di Düsseldorf. E visto che la sfiga non arriva mai da sola, alla prima fermata salgono i controllori.
Io il biglietto non ce l’ho. O meglio, ce l’ho ma è sbagliato. O meglio, non è sbagliato ma neanche giusto al 100%. 

Insomma, il biglietto del treno mi consente di usare anche il trasporto pubblico per arrivare alla destinazione finale. Solo che, tecnicamente, io non sono partita dalla stazione centrale di Düsseldorf bensì da quella di Duisburg per giungere, di fatto, alla stessa destinazione. Aggiungiamo il lato pratico, ossia che S-Bahn e Deutsche Bahn sono alla fin fine la stessa azienda. 
Però, penso, se nella discussione mentale sul biglietto sono così pignola con me stessa, figuriamoci come potrebbe essere pignolo un controllore crucco, di Duisburg per giunta! Certo, se mi impongo e minaccio di lamentarmi (su Facebook magari) con la Deutsche Bahn e scrivere anche una mail di protesta (e sapete tutti benissimo che come scrivo le lettere di lamentele io...), allora potrei anche spuntarla. Puntualizziamo pure che il treno da cui sarei dovuta scendere per rendere valido il mio biglietto è poi arrivato a destinazione con almeno almeno 5 minuti di ritardo! Però sono sveglia dalle cinque, non ho ancora bevuto il caffè, la batteria del telefono è messa male, sono italiana e arriverò in ritardo al workshop. 

Insomma, prendo e vado a rifugiarmi dalla parte opposta della S-Bahn. Ende.

Alla fine sono arrivata in orario al Workshop, l’avventura mi è costata solo 5 minuti. La deviazione mi ha permesso non solo di viaggiare con lo Sky-Train, che è un trenino sospeso in aria che collega i terminal dell’aeroporto di Düsseldorf, ma anche di allargare le mie conoscenze. Ora so che Duisburg è vicinissima a Düsseldorf, che ha una brutta stazione e che se si vuole la S bisogna cercare la U. 

Post scritto sul treno del ritorno, nella speranza di scendere alla fermata giusta.