Oh mein Gott – ho sposato un crucco!


Pensavo di averlo educato in tanti anni.
Non mette più il maglione di lana a luglio, non si porta più lo zaino da trekking da 50 litri solo per trasportare il portafoglio, ha imparato a guardare con disprezzo i suoi connazionali che mettono il sandalo con il calzino bianco e ha anche smesso di dire che se il calzino fosse nero o blu non sarebbe poi tanto grave. Riesce pure ad abbinare i colori senza più conciarsi come Arlecchino per andare al lavoro. Si è rassegnato al fatto che togliersi le scarpe al cinema e appoggiare i piedi sulla poltroncina davanti non è molto fine, neanche se lo fanno tutti gli altri e neanche se davanti a lui non siede nessuno. E ha giurato che quando andrà in biblioteca a studiare non vagherà più scalzo tra gli scaffali, nemmeno se c’è la moquette.
Oggi, nel caso remotissimo che al supermercato abbia preso più di quello che aveva previsto, riesce a farsi forza e a comprare un sacchetto di plastica, senza più tornare a casa con le arance in tasca, i peperoni sotto le ascelle e la birra in testa per evitare lo spreco e rispettare l’ambiente.
Riesce a rimanere quasi calmo, senza farsi venire le crisi di panico, se trova un CD alfabeticamente nella posizione sbagliata e col tempo forse riuscirà anche ad arrendersi all’idea che possa capitare lo stesso con i libri.
Pensavo anche di averlo italianizzato del tutto in cucina.
Ha capito che gli spaghetti col ketchup non sono una prelibatezza, nemmeno con i cetriolini sottaceto a pezzetti. Si è reso conto che è molto meglio far saltare la pasta qualche minuto insieme al sugo piuttosto che metterla nuda su un lato del piatto lasciando una voragine tra lei e la salsa. Concorda con me che, in effetti, pane, burro, mascarpone e nutella insieme sono un attacco terroristico al colesterolo e crede che la pizza con l’ananas di tropicale non abbia un bel niente.
Mai fidarsi delle certezze.
Quando pensavo che tutti i miei sforzi di discrucchizzamento avessero portato definitivamente all’obiettivo, cosa fa il mio consorte d’oltre cavolo?
Mi beve mezzo litro di latte al cacao a tavola per accompagnare le lasagne!
Però il coraggio di chiedermi il cappuccino dopo pranzo non l’ha avuto, per fortuna…