Il riscatto per Batman



Prendi una milanese, amburghesizzala a suon di pioggia e Bratwurst. Il risultato è una tedesca troppo rumorosa per essere una teutonica DOC e un’italiana ormai troppo inflessibile e mal vestita per essere uguale all’originale. 

Una delle abitudini peggiori che ho importato nel mio carattere è andare a lamentarsi se qualcosa non va come promesso o stabilito o scritto.

E paro subito le critiche di chi mi accusa di fare di tutta l’erba tedesca un fascio. Dirigo il servizio clienti di una multinazionale e vi garantisco che il 95% dei reclami arriva proprio dalla Germania.

Le prime avvisaglie del contagio lamentoso risalgono a qualche anno fa. Come non ricordare il foglietto di lamentele all’Ikea per l’abolizione del gelato al cioccolato? Poi fu la volta della lettera al sindaco per l’ingiustizia verso i fratelli maggiori. Altra lettere di lamentele epica – purtroppo non pubblicata – fu mandata al padrone di casa per problemi di muffa. In particolare lamentavo il fatto che la muffa fosse capace di agire selettivamente intaccando soprattutto le borse griffate. 

Se mi incavolo non le mando a dire insomma.

Sapete cosa c’è di più grave del far incavolare una milanese amburghese?
Far incavolare una MAMMA milanese amburghese. 

Care lettrici, cari lettori... sto per fare un casino.

Il motivo dell’incavolatura risale a ieri. Il mio crucchino nr. 2 è passato in modo totalmente indolore alla materna (Eingewohnung in 35 minuti). E ieri, 22 Febbraio 2017, quasi a mo’ di rito iniziatico, ha avuto il suo primo Spielzeugtag.

Per chi non lo sapesse, lo Spielzeugtag è il giorno della settimana in cui i bambini possono/devono portarsi un giocattolo da casa. 

Io ODIO lo Spielzeugtag!

Certo, avrà una funzione educativa e pedagogica, immagino. Ma lo sanno le maestre che lo stramaledetto Spielzeugtag è il giorno più litigioso tra bambini e mamme? Hanno idea dei piagnistei e dei capricci che provoca? 

Raphael ha una navicella interstellare più grande della mia... non è giusto che Louis ha il mitra cromato e io manco la pistola ad acqua... anche io voglio il garage da 22 piani come Noah...

No non te la compro la spada laser da 178 cm... allora la chiedo a Babbo Natale – gli hai già chiesto la macchina telecomandata che si arrampica sui muri - allora al coniglietto pasquale – non gli ci sta nel cestino di vimini – allora lo voglio al mio compleanno – era due settimane fa...

Tutti i cavolo di mercoledì così. 

Ieri il piccolo Giacomino, gonfio gonfio di orgoglio nel suo corpicino di quasi 3 anni, si è presentato alla materna con un giocattolo da grandi, il Batman che Babbo Natale era andato a portargli fino in Sri Lanka.

Alle tre Batman è sparito. L’asilo è stato messo sotto sopra ma di lui, Batman, nessuna traccia. Non nel gabinetto, non nella piscina di palline, non tra i gradini dello scivolo. 

Sparito. 

Io non posso, io non voglio credere che Batman sia stato rubato. Perché dai, se vostro figlio di 3-5 anni uscisse dall’asilo con un giocattolo non suo, magari preso sotto i vostri occhi dall’armadietto di un altro bambino, voi genitori cosa fareste? Gli direste “oooooh, rimettilo subito a posto!”, vero? 

VERO? (ditemi che lo fareste)

Quindi non c’è altra spiegazione. Batman è stato rapito. E questo mi terrorizza perché nemmeno l’asilo è un posto sicuro ormai. Io ho visto bene cosa aveva in mano Jonathan ieri... quel Darth Vader era enorme ed è chiaro che con Batman qualche problemino l’avrebbe avuto. Se aggiungiamo che stava cavalcando il dinosauro nero di Nils fare due più due è facile. Di questi tempi, poi, figuriamoci se un Mini Pony o una Barbie hanno il coraggio di intervenire. 

Batman è stato rapito.

E per questo io vado a fare un casino in segreteria! Se Batman non viene messo in libertà entro lunedì pomeriggio allora non solo chiamo la polizia di Playmobil che, vi giuro, nel catalogo 2017 ha una prigione che ci stanno dentro otto plotoni di Paw Patrol... Sapete cosa faccio?!? Al prossimo cavolo di Spielzeutag portiamo Iron Man e Superman... e per Elsa & Co. son cazzi.

Vi farò sapere.