La questione delle lingue


Oggi dopo la lezione di baby nuoto ho fatto una cosa che non si dovrebbe fare e cioè: mi sono fatta i cavoli di un'altra mamma.
Capirai, dirà chi mi conosce, i cavoli degli altri tendo a farmeli sempre, ma questa volta ho superato davvero il limite e mi sono messa a dispensare consigli su cosa questa poveretta dovesse fare con sua figlia. Che brutta cosa, lo so! Mai intromettersi nell'educazione dei figli degli altri. Ma c'è un argomento su cui ho chiuso la bocca troppe volte e oggi, non so perché, ho deciso di parlare e di portare avanti la mia piccola battaglia personale.
L'argomento in questione è il bilinguismo.

Voi lo sapete che ci sono molti genitori espatriati che decidono di non insegnare ai propri figli nati all'estero la loro lingua d'origine?
Come la mamma di oggi che, china sul fasciatoio, parlava alla sua bimba in un tedesco strano, non molto pulito. Pochi errori, quasi nessuno a dire il vero, ma una pronuncia strana, un po' rotonda (avete presente i bulgari che parlano in italiano?). E non solo si sentiva che questa mamma non era 100% tedesca ma lo si vedeva chiaramente dalla carnagione bruna e dai capelli scurissimi.

"Scusa ma di dove sei?" 
"Afghanistan". 
"E la tua lingua madre sarebbe il persiano, giusto?" 
"Ja"
"E perché non lo insegni a tua figlia?" 
"Perché ho paura che non impari bene il tedesco"

Vi rendete conto dello spreco immenso che commettono i genitori che, potendo, non insegnano la propria lingua ai loro figli?

Ne ho sentiti tanti di motivi.
Gli emigrati di una volta, italiani per esempio, non insegnavano la loro lingua ai figli perché non volevano che questi venissero poi emarginati o fossero vittime di pregiudizi e razzismo. Ho conosciuto alcuni di questi figli, oggi trentenni: credono che i loro genitori abbiano fatto un errore enorme e alcuni frequentano corsi, di italiano nella fattispecie, per cercare di recuperare le proprie radici. Le proprie radici, dicono. Perché sanno perfettamente che una lingua è veicolo di una cultura, di una storia, di una mentalità e che tutti questi fattori messi insieme creano il nostro modo di essere. Conoscere una lingua per capire i propri genitori quindi.
Quello degli emigrati di una volta è un motivo legittimo? Non saprei. Ma di certo molto più sensato di quelli che seguono (per comodità uso "italiano" o "lingua della mamma" per riferirmi a qualsiasi lingua diversa da quella del posto in cui si vive). Sono frasi che ho sentito per davvero!

- I bambini bilingui parlano più tardi rispetto agli altri. 
Sì, è vero, iniziano un pochino più tardi. E allora? Pensate che quando saranno adulti (e parleranno più di una lingua) qualcuno rinfaccerà loro che a 18 mesi dicevano solo 10 parole mentre i compagnetti del nido ne sapevano dire ben 20? Tutta colpa di questa società basata sulla concorrenza, sulla performance, sul voler e dover essere a tutti i costi come gli altri o possibilmente meglio, più bravi, più veloci, più chiacchieroni!

- Non gli serve parlare l'italiano, in Italia ci andiamo pochissimo.
Però quelle pochissime volte ci sono nonni incavolati neri perché non riescono a comunicare con i
propri nipoti.

- L'italiano è una lingua inutile, si parla solo in Italia.
La lingua non è solo una questione territoriale. E poi un bambino bilingue fa molta meno fatica ad imparare le altre lingue "più utili", statene certi.

- Se parla in italiano, poi il papà tedesco non capisce.
Mai pensato di insegnare la tua lingua anche al tuo partner? Parlare la lingua dell'altro mette in una condizione di parità psicologica!

- Iniziamo con il tedesco. L'italiano glielo insegneremo poi quando compie 3 anni.
Cioè, per capire: nel momento in cui tua figlia soffia sulla terza candelina tu inizi a parlarle in una lingua che non ha mai sentito prima?

- Parlo in tedesco tutto il giorno al lavoro, quindi sono più comoda a parlarlo anche a casa.
Non sapremo mai talmente bene una lingua straniera da sostituirla nella naturalità con la nostra lingua materna. E questo perché parlare significa anche ricordare.

- Ho paura che non impari bene il tedesco.
Scusa, mamma della piscina, il papà è tedesco? - Sì. - Le parla in tedesco - Sì - La manderai all'asilo a un anno? - Sì. - E allora perché non dovrebbe imparare la lingua del posto in cui vive e che tra poco sentirà per almeno 8 ore al giorno?
La mamma della piscina è senza parole, non sa più cosa dire, saluta e se ne va.
Le altre mamme che hanno seguito la conversazione (ben più ampia di quanto riportato qui) annuiscono e mi danno ragione.

Nella lingua tedesca i figli non vengono cresciuti bilingui ma educati bilingui: l'espressione "zweisprachig erziehen" mi piace perché dà al genitore un ruolo decisamente più attivo. Io sono convinta che crescere un bambino bilingue sia un vero e proprio lavoro e che quindi vada svolto costantemente, senza farsi abbattere se i risultati tardano ad arrivare ma anche gioendo di ogni piccola conquista. È vero, parlare solo in italiano con Davide potrebbe isolarmi perché le altre mamme non mi capiscono - in molti casi, specie se nella frase ho nominato loro o i loro bambini, traduco. Però la ricetta del bilinguismo è far capire al bambino che con la mamma c'è solo una lingua che funziona ed è la sua. Poi lui lo sa benissimo che io il tedesco lo capisco eccome... però con me non lo parla mai.
Inoltre crescere i bimbi bilingui regala alle mamme la possibilità di farsi un mare di risate per via dei miscugli che inevitabilmente escono dalla loro boccuccia, nel nostro caso mezza crucchina.

Jacob chiede alla sua mamma "rennami rennami" perché vuole essere rincorso.
Kevin avverte la sua mamma di fare Vorsichtig mentre Alexander implora di non rufare la polizia.
Davide è tre anni e mezzo e d'estate è caldo quindi fa la doccia e poi chiama la sua nonna tedesca e le racconta "ich habe doccen gemacht". Bianca invece è una principessa e dice "ich möchte eine coron haben".

Si potrebbe andare avanti per righe e righe e quindi... facciamolo! Mamme (o papà, zie e zii, nonni, amici) di bambini bilingui, mi scrivete nei commenti le cose divertenti che avete sentito?

PS: parlare è importantissimo ma altrettanto fondamentale è leggere ai bimbi nella propria lingua madre. Ecco perché il mercoledì andiamo al circolino dei folletti, uno degli incontri di bimbi italiani ad Amburgo (qui trovate il nostro sito e se siete nuove ad Amburgo vi aspettiamo!).