La festa delle laterne


Ieri l’asilo di Davide ha organizzato la festa delle laterne.
In occasione della festa di San Martino è tradizione d’oltre cavolo e non solo far sfilare i bimbi di nidi, asili e oratori per le strade buie del proprio quartiere con in mano le laterne accese, costruite con le proprie manine, e intonando canzoncine a tema. Ero arrivata da poco ad Amburgo quando vidi passare per la prima volta un corteo di circa 20 nanetti e rispettivi genitori imbacuccati, tutti muniti di bastone illuminato con attaccata una scatoletta di cartone. In testa al gruppo un tamburo e due flautini accompagnati da tante vocine. Troppo teneri per non farsi scappare una lacrimuccia e correre subito al pc a cercare di capire che cavolo stessero facendo (l'ho trovato qui). Quando due settimane fa le maestre del nido hanno chiesto a tutti i genitori di procurarsi una bacchetta per le laterne ho iniziato a fremere e ad aspettare con emozione il giorno della festa, studiando a memoria le canzoncine da cantare.  E così ieri alle 17 l’evento ha avuto inizio con uno splendido falò nel giardino dell’asilo, brezel e punch caldo aspettando le 18, momento dell’inizio della sfilata per le vie del quartiere. Tutta presa ad osservare il mio crucchino su di giri, non ho realizzato che con il passare del tempo il raduno si stava allargando a dismisura e scattata l’ora X ci siamo messi per strada e siamo partiti. Hanno organizzato le cose in grande e hanno unito due nidi e due scuole materne. Quasi 100 bambini con le loro laterne, coppie di genitori, fratellini, sorelline e nonni, un’intera squadra di tamburini e pifferai a far strada, polizia a fermare il traffico e a scortare il corteo. Più che una processione folkloristica sembrava una fiaccolata pacifista. “Ma uffa – dico a Sven – che delusione! Io mi aspettavo qualcosa di magico, intimo, raccolto! Com’erano le feste di Sankt Martin che facevi tu al paesello da bambino?”. “Niente festa – replica lui – nella ex DDR le manifestazioni a sfondo religioso erano proibite”. È la prima volta anche per lui allora. Però poi mi viene in mente che la sua mamma mi aveva fatto vedere orgogliosa tutte le laterne fatte da lui da piccolo e chiedo spiegazioni.  Anche loro una volta l’anno scendevano in strada con le laterne ma non a novembre, bensì il primo maggio, giorno di manifestazione per la Germania socialista. Le attaccavano a un bastone di legno e le facevano brillare con una candela, e non con le lampadine che si usano oggi. In linea con il pensiero anticapitalista non esisteva il business delle laterne che c’è oggi: il giorno dopo Halloween, via le zucche e fuori bacchette e accessori.
L’anno prossimo mi piacerebbe aggregarmi a una piccola chiesa protestante e godere della tipicità di una sfilata che nell’oscurità e nel silenzio delle vie di novembre è suggestiva ed emozionante, tutta un’altra cosa rispetto all’evento di massa a cui abbiamo partecipato ieri e durante il quale, tra l’altro, non cantava nessuno a parte la cuoca del nido.
Chiudo con il commento superbo di Marta: “ma questi non l’hanno ancora capito che lanterne si scrive con la n?” ...