Tschüss Sandra

Disclaimer: la torta della foto è stata fatta da Valeria e anche questa volta per colpa sua ho detto un sacco di parolacce...

Oggi la mia amica Sandra ci ha lasciati. Se ne è andata per raggiungere la persona che ama e verso un posto in cui starà meglio. È passata a miglior vita.
No no, ma cosa avete capito?!?! Sandra, smettila di fare gesti scaramantici!
Sandra ha lasciato Amburgo per andare a Montercarlo da suo marito dove si sta alla grande per quanto riguarda il clima e dove il tenore di vita è nettamente migliore.

Ma non era mica contenta di andarsene da Amburgo lei. Nossignore. In più ci si è messo pure il sole che quasi a dirle “vai vai, non sai cosa ti perdi ancora” ha pensato bene di risplendere per ben due giorni di fila, praticamente un miracolo. Questo post non è dedicato al tempo amburghese, con quello ci andrò giù bella pesante nel prossimo. Ma neanche a farlo apposta stamattina il sole brillava ancora mentre lei si imbarcava su quell’aereo che la portava al caldo e tra i ricchi. Forse avrà pensato “ma perché tutti mi invidiano che me ne vado al sud, guarda anche qui che belle giornate!”. E invece Sandra il sole se l’è portato sulla Côted’Azur perché nel momento in cui è atterrata a Nizza, si è messa gli occhiali ed è rimasta in canotta, qui ad Amburgo è girato il vento trascinandosi dietro nuvoloni neri e pesanti e un freschino più da fine marzo che da fine luglio. A me comunque piace pensare che tutto questo grigiore sia la tristezza di una città che ha perso una fenomenale ballerina di salsa, un’attrice multilingue, un’instancabile lavoratrice, una ritardataria cronica, una pedalatrice girovaga, una provaristoranti, una domanifischmarkt dell’ultimo secondo, una ichsprechekeindeutsch, una a cui piace stare in compagnia, una che di amici qui se ne è fatti tanti.
All’Abschiedsparty, cioè alla festa di addio, sono scorsi fiumi di lacrime. Io invece, come al solito, sono rimasta impassibile, forte del mio cuore di ghiaccio lombardo. Forse perché non mi sembra vero che da domani non arriveranno più mail con oggetto “Che si fa stasera? Programmi per il weekend? Portatemi a ballare!”. O forse perché credo che Sandra sia una di quelle amiche vere con cui non si perdono i contatti, una di quelle che si vedono di rado per motivi di lontananza ma con cui sembra di uscire tutte le sere.
E se di lacrima non gliene ho fatta vedere manco mezza ho pensato tanto a come ci si sente quando arriva il momento di andarsene da un posto che si ama e ho messo giù qualche riga. Ciao Sandra, ci mancherai tanto!

Andarsene e non volerlo
Andarsene triste
Andarsene pentendosi di averlo sperato ogni settimana grigia di pioggia
Andarsene piangendo da giorni
Andarsene dopo aver conosciuto, amato, odiato e ricominciato
Andarsene senza mai essere davvero arrivati
Andarsene dopo aver detto un sì lungo una vita
Andarsene avendo ancora molte cose da dire
Andarsene e sentire di non aver visto tutto
Andarsene anche se le persone da salutare sono ancora troppe
Andarsene e chiudere la valigia all’ultimissimo momento
Andarsene e sentir chiudersi la porta alle proprie spalle
Andarsene e sapere che quell’appartamento pieno di noi è rimasto vuoto
Andarsene sperando che quel maledetto aereo non parta subito
Andarsene senza voltarsi
Andarsene con gli occhi intasati di luoghi, le orecchie affollate di voci, il cuore pesante di gente
Andarsene quando gli altri restano ma vorrebbero andarsene
Andarsene e voler ritornare
Andarsene e non essere certi che sia per sempre
Andarsene avendo lasciato un segno
Andarsene lasciando un vuoto
Andarsene.