Trauma IKEA


Ieri sera siamo andati all’Ikea. Ne siamo usciti sconvolti. Più del solito.
Dei tre obiettivi che ci eravamo posti non ne abbiamo raggiunto nemmeno uno. Ma siamo riusciti lo stesso a spendere un sacco di soldi. Perché l’Ikea è come l’H&M: costa tutto talmente poco che alla fine compri come un dannato e quando ti dicono a quanto ammonta la spesa resti basito, come un automa estrai la carta di credito dal portafoglio senza dire una parola, paghi, esci, e stai mezz’ora a rimirare incredulo lo scontrino sperando di trovare un errore perché non può essere vero, ci eri andato per risparmiare!
Il primo obiettivo Ikea era comprare una nuova Billy per il salotto. Arrivati nello spazio Billy, subito capiamo che qualcosa non quadra. Sgomento. Terrore! La Billy color noce non c’è più. Disperazione! “E adesso come cavolo facciamo, abbiamo metà salotto color noce, mica possiamo ampliare la libreria con un faggio o con un nero!”.
Ma Mari ha una soluzione geniale: “Sven, non preoccuparti, vorrà dire che penseremo a qualcosa di molto diverso per staccare del tutto; magari un mobile antico per creare un contrasto tra le linee nette svedesi e quelle più rococò e ondulate, che so, francesi…un bel patchwork”.
Sven mi fulmina e cominciano i litigi. Perché dovete sapere che per noi l’Ikea è una sorta di ring in cui sfogare le tensioni di coppia accumulate nei mesi. “Ecco, è arrivata l’architetto! Tu, che di spazio e misure proprio non ne capisci niente…” – “Parla il geometra…e voi uomini poi sempre con ‘ste misure”. Si sfocia poi in rinfacciamenti di lunghissima data “Perché tre anni fa, quando abbiamo comprato il tappeto, io te l’avevo detto che il rosso avrebbe stonato con il blu del divano”…fino a colpi bassissimi di carattere molto più personale “E di tua madre allora ne vogliamo parlare? Che ci ha riempito la casa di vasi orrendi e tu da bravo bambino non le hai detto niente, codardo!”.
Tra un “chiudi il becco” e un “non ti sopporto” arriviamo al nostro secondo obiettivo: fasciatoio e lettino per il piccolo in arrivo.
E anche qui: stangata! Ikea fa solo due fasciatoi. Uno super economico ma di cartone, e uno piuttosto caro di cartongesso. E per il letto non andiamo molto meglio.
Anche la seconda ricerca è miseramente fallita, ci toccherà andare in un negozio normale e farci spennare (n.d.r. ci siamo stati oggi in un negozio “normale”…. il fasciatoio di cartongesso andrà benissimo!).
La frustrazione è alle stelle, l’umore in cantina. Almeno ci ritroviamo uniti e riappacificati nello smacco.
Scendiamo al bazar e iniziamo lo shopping compulsivo e consolatorio che porta alle conseguenze di cui sopra.
Mentre siamo alla cassa diciamo: va bè, ora ci riprendiamo con un bel gelato. Perché alla fine uno all’Ikea perché ci va? Per portarsi in giro la borsa gialla, per fregare ottanta matitine e per mangiare l’hot dog e/o il gelato, sfido chiunque a contraddirmi.
E ora, cari lettori, se siete di cuore debole non leggete perché quello che vi dirò è davvero pesante (vado pure a capo per aumentare la suspense).
Per il gelato dell’Ikea di Amburgo Schnelsen, ma credo un po’ in tutte, non si possono più scegliere i gusti! Non sto scherzando, è la verità! Prima quando si pagava davano il cono da mettere nel distributore, si sceglieva tra fragola e cioccolato, e la bella montagnetta di gelato alla panna veniva deliziosamente decorata con quattro sottili rigagnoli rosa o marrone.
Ora insieme al cono ti danno anche un gettone – colpa di tutti quelli che “ricaricavano” il cono ad libitum. E non c’è possibilità di scelta, solo un gelato alla panna nudo e crudo.
Questo è di gran lunga più drammatico della Billy scomparsa e del fasciatoio farlocco!
Non ho resistito. Per la prima volta in vita mia ho scritto un bigliettino di protesta e l’ho imbucato nell’apposita casella “dicci la tua”, con tanto di firma e recapito. Reclamo: il gelato senza cioccolato è inammissibile!