Sven fashion icon


Quando sono in spiaggia mi do alle riviste ad alto contenuto intellettuale. Oggi era la volta di Grazia. Per comprarla ho sempre la scusa pronta: lavoro nell’industria del fashion – per non usare un volgarissimo e assai più veritiero “settore tessile dell’abbigliamento”. Che poi a pensarci bene anche la commessa dell’H&M fa un lavoro fashion, e probabilmente molto più di me. Abbandoniamo la digressione professional-terminologica che è meglio.

Il servizio moda di punta di questa settimana s’intitola:


Street chic – eccentrici in passerella, easy per tutti i giorni. Ecco come sintonizzare i pezzi cult dell’autunno con il nostro guardaroba.


Meccanismo: prendono un capo trendy della prossima stagione, leggasi ipercostoso e assolutamente inguardabile (suvvia, diciamo le cose come stanno!), e lo fotografano prima in una mise da passerella, intendasi dunque del tutto improbabile (è la verità!), per poi riproporlo in un look decisamente più street (che dovrebbe voler dire “da indossare tranquillamente tutti i giorni per andare al lavoro, a far la spesa, a prendere i bambini a scuola”).

A parte il contrasto stridente tra il solbollente ligure e gli stivali cuissardes, la pelliccia a rendigote e la gonna super pelosa. E tralasciando il fatto che quei tacchi non riuscirebbero a portarli nemmeno i nipoti equilibristi di Moira Orfei.


“Sven” – gli dico (sta leggendo Hemingway) – “guarda qui: mettono alla modella un cappotto zebrato su abito a fasce orizzontali bianche e nere con collant fucsia…e qui, pensa un po’, corpino di pizzo sopra al blazer del tailleur…cioè… che qui questi abbinamenti sembrano fichissimi ma se lo faccio io mi prenderebbero per una demente!”.

Sven osserva la foto poi, serissimo, mi fa: “Ecco, lo vedi, sulla rivista va bene! Se però metto io la camicia a righe con i bermuda a quadri allora mi urli dietro e dici che sono un crucco che come tutti i crucchi non sa vestirsi!”.

Sven anticipatore di tendenze?

Non ci avevo mai pensato!