Nächster Halt


Qual è la cosa che più di tutte lascia stupiti gli italiani che vanno all’estero, in vacanza o a vivere? I mezzi pubblici! All’estero i mezzi pubblici meravigliano per due motivi: 1) sono puntuali; 2) costano un patrimonio. Però il piccolo disagio economico viene ripagato dalla precisione con cui è organizzato il sistema di trasporto, lontano anni luce da quello italiano.

I mezzi pubblici di Amburgo sono eccezionali. Linee che si intersecano, autobus che ti portano ovunque, prima e seconda classe, rotaie, ponti, personale ovunque, punti informazione, macchinette automatiche per i biglietti. Se in metropolitana devi cambiare, basta che vai dall’altro lato della banchina e la coincidenza è già lì che ti aspetta. Al massimo devi aspettare 3 minuti, ma non 3 minuti italiani. E se per motivi tecnici il treno è in ritardo, una voce avvisa mortificata i passeggeri e si scusa implorante. Una volta hanno dovuto chiudere una linea per lavori. Sapendo che avrebbero creato un disagio insormontabile, obbligando i passeggeri ad allungare il giro di ben 7 minuti, hanno voluto scusarsi dando a tutti un sacchettino con uno snack e un succo di frutta: in questo modo nessuno avrebbe potuto denunciare la società dei trasporti per un calo di zuccheri dovuto all’allungamento del tragitto! Se avessi ricevuto uno snack ogni volta che a Milano succedeva qualcosa alle linee dei tram … no, non voglio sapere quanto peserei. Il fine settimana, inoltre, i mezzi viaggiano tutta la notte a intervalli regolari di 20 minuti: a volte il sabato notte sembra di salire su un pub itinerante perché i tedeschi non perdono tempo e iniziano a bere ancora prima di arrivare nei locali.

Su tutti i mezzi pubblici Amburghesi ogni fermata viene annunciata – ma non come nella metropolitana milanese che la voce viene diffusa sulla banchina mentre si stanno aprendo le porte così che dentro non si sente un cavolo. No, qui la comunicazione è chiara e tempestiva, non troppo presto, non troppo tardi. Gli annunci e l’ordine delle linee metropolitane sono impeccabili!
Nächster Halt: Jungfernstieg – Prossima fermata: Jungfernstieg
Übergang zu den Linien U3, U1, zu den Linien S2, S23, S3, und zu den Alsterschiffen – Possibilità di cambiare e di prendere le linee U3, U1, S2, S21, S3 e i battelli dell’Alster (questo messaggio, uno dei più elaborati – mica sono tutti così lunghi – è riferito anche in inglese perché Jungfernstieg è la fermata del centro).
E poi arriva la frase più bella: Ausstieg in Fahrrichtung rechts – Uscita a destra seguendo il senso di marcia. Così è impossibile sbagliare, non ci si spintona e tutto rimane bello ordinato.
Il capolinea è un caso a parte: la voce registrata dice “Nächster Halt: Wandsbek-Gartenstadt, Übergang zur Linie U1. Dieser Fahrt endet dort (il viaggio termina lì – giustamente mentre la voce comunica non siamo ancora arrivati alla fermata), bitte alle aussteigen (per favore scendete tutti), Ausstieg in Fahrrichtung rechts (bene, tutti si mettono sulla destra). Però per essere strasicuri che tutti ma proprio tutti scendano, il conducente della metropolitana impugna il microfono e riformula il concetto “Liebe Fahrgästen (cari passeggeri), das ist die Endhalstestelle (questo è il capolinea), bitte alle aus dem Zug aussteigen (per favore scendete tutti dal treno)”.

A volte però scatta l’inconveniente tecnico: può capitare che il nastro s’incanta o che non parte e quindi le fermate non vengono chiamate. Il panico dilaga! Anche chi prende la stessa linea tutti i giorni da 25 anni si sente come il ragazzo di campagna a Tokyo. La gente comincia a guardare fuori, molti si alzano preoccupati e vanno a controllare le cartine appese al soffitto al centro del treno. I più audaci, poi, si azzardano a chiedere allo sconosciuto che siede di fianco se per caso la fermata a cui vorrebbero scendere è già passata. Tremore, ansia e confusione.
È anche divertentissimo vedere il caos che si genera quando non viene detto da che parte è l’uscita. La gente inizia a spingersi, la tensione è alle stelle, troppa paura di rimanere intrappolati nel treno e di sfuggire dal nido della consuetudine.
Un’altra cosa che mi affascina è la gentilezza di certi conducenti dei bus. A volte, soprattutto la mattina presto, se sali sull’autobus dalla porta davanti ti senti dire un solare “Guten Morgen”. E poi mi è capitato qualche volta, la domenica, che il conducente augurasse ai passeggeri giunti con lui al capolinea una buona giornata. Che dire, la gentilezza ripaga di tutto e forse fa sentire meno il peso di € 2,60 per il biglietto!

Tornerò spesso sul tema “mezzi pubblici”: secondo me sono uno degli specchi più eloquenti di una città.