Bussa via!


Oggi ho avuto davvero una giornataccia.
Peccato, perché era iniziata benissimo. Il biondino ha dormito ininterrottamente fino alle 7 - a voi sembrerà presto, a me sembra un miracolo. Buonumore da vendere al momento del risveglio per tutta la famiglia, con sorrisi, colazione insieme e pure 200 m da fidanzatini fino alla fermata della metro - eccezionalmente abbiamo portato il piccolino al nido insieme, di solito il turno del mattino è del papà.
L'idillio mattiniero è stato distrutto prima ancora di varcare la soglia dell'ufficio.
E ora fatemi fare la generalista, qualunquista, ognunista. Quella che fa di tutta l'erba un fascio, che sputa sentenze e spara giudizi su di "loro".
Io detesto i tedeschi sull'autobus. Tutti. Nessuna eccezione.

Entrano e si fermano davanti alla porta, anche se devono scendere tre fermate dopo. E i poveretti sotto la neve che vogliono entrare non riescono perché la barriera di corpi non si muove. L'autobus è vuoto, il corridoio è vuoto, c'è ancora un sacco di aria. Ma quelli fuori non riescono a salire. E restano a piedi perché l'autista ha fretta, chiude e riparte.
Nessuno, e dico n e s s u n o, dice niente. Neanche una lamentela.
A meno che non ci sia Mari in ritardo e congelata che DEVE salire su quell'autobus!
Il collega incontrato pochi metri prima della fermata mi dice, mentre faccio per salire, che secondo lui non ci stiamo. E io, con voce bella chiara e ben udibile "ci stiamo ci stiamo, non vedi che l'autobus è mezzo vuoto al centro? Sono tutti fermi davanti alla porta". Finalmente riusciamo a entrare ma mica perché gli altri si sono spostati. Sono rimasti tutti lì, immobili davanti alla porta, e noi abbiamo dovuto conquistarci un po' di spazio al centro dell'autobus. La nostra fermata arriva subito, è la prima...chiediamo di scendere e un tizio, uno di quelli impalati in mezzo alle scatole, fa una risatina ironica dal significato chiarissimo "adesso questi pretendono pure di scendere...". Gravissimo errore, Herr! Lo fulmino e gli dico, guardandolo fisso negli occhi e con un tono veramente da str-ega "certo, se Lei non fosse fermo davanti alla porta magari riusciremmo anche a scendere!". Questo è rimasto pietrificato!
Sì, perché "loro" non sono abituati al fatto che una persona sconosciuta rivolga loro la parola, attacchi bottone, provi ad instaurare un contatto sociale di qualunque tipo. Nelle sale d'attesa dal medico ognuno si guarda i piedi o sfoglia le riviste messe lì proprio come via di fuga dalla socializzazione. Certo, non è che uno va dal medico a far conversazione. Ma immaginatevi la sala di attesa di un pediatra! Come fa a non venir naturale parlare con gli altri genitori o giocare con gli altri bambini? Io lo faccio, sono fatta così, chiacchiero. E "loro" mi guardano come se fossi pazza. Si chiudono, abbassano lo sguardo, cercano un diversivo per evitare il contatto verbale
Figuriamoci poi se il contatto tra due sconosciuti dovesse diventare fisico! Quando si entra in un ascensore è interessante vedere come tutti cerchino di schiacciarsi contro le pareti per lasciare il vuoto nel mezzo, uno spazio che divida, quasi una distanza di sicurezza. Difendere il proprio spazio. Quando la mattina entro nella metro c'è la corsa ad accaparrarsi il posto singolo vicino al finestrino, per non avere il fastidio di condividere la panca con qualcuno che non si conosce.
E tornando all'autobus, nessuno si azzarda a spintonare per cercare di entrare, gli altri non si toccano. Mari invece, a fine giornata, stanca e affamata, DEVE salire su quell'autobus. Ecco dunque che declamo a gran voce "ich drücke jetzt"! (trad. adesso spingo). Drücken vuol dire spingere ma vuol dire anche abbracciare. Ovvio, tutti colgono il primo significato ma di sicuro in qualche angolino del subconscio il campo semantico di questa parola batte un colpo...e per magia la gente si sposta dalla porta e mi fa salire, perché meglio fare un passo indietro piuttosto che essere toccati da una sconosciuta. Guai spingere senza preavviso! Se cercando di entrare sfioro il corpo di un'altra persona, questa fissa prima me con una smorfia per poi portare il mio sguardo con il suo sulla parte lesa.
Aggiungo che nel dire la parola "drücke" faccio in modo che la errrrre rollata italiana si faccia sentire bene. La gente a maggior ragione si sposta, perché non c'è paura più forte di quella per lo sconosciuto, per giunta diverso.
Ma qui potrei andare avanti per ore...e ho avuto davvero una giornataccia!