Guida senza cuore


Se c'è una cosa che proprio non sopporto dei nostri amici d’oltre cavolo è il modo assolutamente privo di sentimenti di guidare la macchina.
Si sa che i tedeschi amano rispettare le regole. Alcuni di loro sono osservatori accaniti del codice stradale. Lo rispettano a tal punto che se sanno di aver ragione preferiscono creare un incidente piuttosto che far infrangere una regola, tipo quella della precedenza a destra a un incrocio. Altruismo perverso? E chi se ne importa dei danni propri e altrui, della rottura di dover chiamare i vigili e compilare i moduli per tutto l’iter burocratico con le rispettive assicurazioni. Il codice della strada è salvo e non sono per niente toccati dal vedere il malcapitato che scende dalla macchina come un ossesso, guarda la carrozzeria ammaccata, sbianca, ha un leggero mancamento o, nel peggiore dei casi, inizia a piangere. Anzi, alcuni provano addirittura un certo godimento nella sventura dell’altro automobilista fuorilegge.
Sven sostiene che in Italia si guida meglio che in Germania perché la gente sa che nessuno rispetta le regole e quindi ha occhi davanti e dietro, si aspetta che qualcuno possa tagliare la strada, non mettere la freccia, non dare la precedenza…ecco una piccola cosa che, detta da un tedesco, mi rende un po’ orgogliosa del mio povero sgangherato Paese.
Un’altra cosa che mi fa proprio imbufalire è l’autostrada. Devono cambiare corsia? La freccia la mettono all’ultimo secondo, per il perfido piacere di far drizzare i capelli a quello dietro con macchina dalla targa straniera, che giustamente segue la propria scia tranquillo e che se deve cambiare corsia o uscire mette la freccia un bel po’ prima.
Ma ora quello che proprio mi fa inalberare…
La mancanza d'amore nella pratica automobilistica è particolarmente esplicita nel momento del parcheggio. Suvvia diciamoci la verità, che c’è di male a dare un bacino leggero e delicato davanti e/o dietro quando si entra o si esce da un parcheggio? Chi non l’ha mai fatto almeno una volta? D'altra parte ci sarà pure un motivo se il paraurti si chiama come si chiama.
Facciamo comunque un esempio pratico. Sei in Germania da poco, alla guida della tua auto tedesca enorme, tu che per anni hai guidato una Twingo cioè una macchina lunga ca. un terzo rispetto al pullman che ti sei ritrovata qui, un’automobile assolutamente poco adatta alla città ma d’altra parte mai troppo grande rispetto ad altre che si trovano sul mercato riservate a famiglie ben più numerose della tua. Dopo tre giri di ricerca…un miraggio, un posticino ino ino in cui la macchina ci sta proprio appena appena. Come da scuola guida: posizionamento, vai di retro, e dopo trenta manovre dai giusto giusto un piccolo colpetto alla macchina dietro, un buffetto affettuoso, un bacino a fior di labbra, uno sfioramento timido, una carezza silenziosa. Se non ti ha visto nessuno non c’è problema, in effetti non c’è nulla da vedere, non è successo assolutamente nulla no? Ma se per caso qualcuno ha assistito al contatto allora sono guai. Lo spettatore, generalmente uomo, cinquantina superata, anch’esso automobilista ma in quel momento a piedi, ti ha osservato fin da quando hai visto il parcheggio e ha scommesso con se stesso che la macchina non ci sarebbe stata. Ora, a parcheggio terminato, ti fa notare sgarbatamente che sei andata addosso alla macchina dietro. “Addosso? Guardi che l’ho appena sfiorata!”. E ti consiglia di chiamare la polizia per denunciare l’incidente. “In che senso incidente? Guardi che non sono mica andata a sbattere contro la macchina, praticamente non l’ho manco toccata!”. Nel frattempo si avvicina al paraurti sperando di vedere un graffio, un’ammaccatura, un segnetto anche vecchi di qualche anno…e non lo trova perché tu l’altra macchina l’hai solo annusata con la tua. Poi te ne vai e per una settimana di fila sei in paranoia perché temi che lo spettatore ti abbia preso il numero di targa. Cosa che poi non succede perché lo voglio vedere io il poliziotto che esce perché chiamato dal testimone come reagisce quando capisce di quel che si tratta – e tra l’altro il paladino della giustizia stradale rischia di vedersi addebitato un bel 60 euro se la chiamata risulta inutile, tiè!
Io questo atteggiamento lo detesto! Mi fa arrabbiare, mi fa diventare una bestia, mi fa incavolare…oh mamma, anche ora che scrivo e che ci penso mi sto innervosendo di brutto, sento che mi sto agitando, che ho voglia di sfogarmi, che ho voglia di litigare! Ci sono: ora scendo e mi metto ad aspettare che qualcuno, possibilmente un uomo, parcheggi nel buco sotto casa mia che è bello stretto. Lo fisso così so che si innervosisce – perché tutti se si sentono osservati vanno in ansia da prestazione. E non appena vedo che va a baciare teneramente il paraurti della macchina dietro pianto un casino! Però che la macchina che ha sfiorato non è mia col cavolo che glielo dico!