Ma la pizza no


“Mari, non puoi mica cucinare sempre tu! La prossima volta tocca a una di noi preparare qualcosa per te!” – che carine le mie nuove amiche! Sono le mamme conosciute al corso preparto e che incontro tutti i mercoledì. I nostri quattro figli maschi sono nati nella stessa settimana e nello stesso ospedale. Data la mole dei pargoli l’allegro quartetto è soprannominato “il club della salsiccia”. Hanno quattro mesi e pesano in media 7 kg e mezzo. Il più mingherlino è appena sei kg e sette e sua mamma crede che sia sottopeso!
Comunque oggi, visto che è da tre settimane che cucino io, Jana - una delle mammine - ha deciso di concedermi un po’ di relax e si è messa in cucina. E per farmi sentire a casa ha pensato bene di fare la pizza.
Mai idea fu più sciagurata…

Giuro che non lascerò mai più il forno incustodito, anche a costo di cucinare ogni mercoledì da qui alla laurea dei nostri bambini!
Non sarei dovuta andare in cucina, in fondo era il mio giorno libero, ma il bambino di Jana si era giustamente stufato di avere i piedi del mio parcheggiati in faccia e quindi l’ho portato a farsi consolare dalla sua mamma, la quale bella allegra mi informa che la farcitura della pizza è quasi completata, anzi mi chiede di aggiungere qualcosa se mi va.
Oh mein Gott!
Allora, per prima cosa ho visto che la pasta della pizza comprata già pronta al Lidl occupava solo metà della teglia. Ho pensato: “per quattro non basterà mai…”. Ingenua! Ho poi capito che non è l’estensione che conta bensì l’altezza.
Per andare incontro ai gusti di tutti la pizza era divisa in due. Da un lato funghi champignon in scatola, Philadelphia alle erbe e mozzarella. Dall’altro lato pomodori freschi – esatto, sopra alla salsa di pomodoro! – e due strati di prosciutto crudo. Mentre Jana è con il bimbo ormai disperato in un'altra stanza, ne approfitto per nascondere un po’ di mozzarella sotto il prosciutto crudo. Poi Jana torna e dice: “direi che non c’è più spazio per la carne trita. E peccato, neanche per l’ananas”. Per fortuna il conato di vomito mi impedisce di fare battutacce. Faccio per infornare la pizza ma Jana mi ferma e dice: “manca il formaggio”. “No Jana, guarda, c’è la mozzarella su entrambi i lati”. “Eh no scusa, non vorrai mica fare la pizza senza formaggio fuso, e che pizza è se no!”. La mano esce piena di fili di edamer dalla busta… Io torno in sala, non voglio guardare.
Una volta sfornata la pizza non manca ovviamente il prato di rucola, che in Germania è estremamente chic, e una bella passata di grana non grattugiato bensì a scaglie spesse un centimetro.
Jana mette in tavola questo sfacelo di pizza e le altre due mamme tedesche subito a complimentarsi, mentre io con la testa bassa cercavo sia di nascondere la mia faccia schifata, sia di sfuggire alla fatidica domanda che inevitabilmente mi è arrivata “allora tu che sei italiana, che ne dici?”. A quel punto mi ha salvato mio figlio che, quasi a commentare il pranzo al posto mio, ha riempito ben bene il pannolino!