L’arrivederci ai monti


Tornare ad Amburgo dopo tre settimane di vacanza in Italia è stata una tragedia. Forse nemmeno tanto annunciata visto che, da workaholic (che brutta parola) come a volte riesco a essere, credevo di annoiarmi a morte senza niente di stressante da fare.
E invece le tre settimane sono passate in un lampo e nel momento della partenza mi sono pure esibita in un bel pianto mammonesco con tanto di declamazione lacrimosa “io lì non ci voglio tornare, fa freddo!”.
E cosa si può dire a una che il giorno prima di tornare a casa, drogata da uno stupendo sole valdostano gridava “io mi incateno al balcone!”?
Perché è vero che “beata te che sei in Germania, che non sei costretta a sentire le cavolate di quel pirla di, che se in un Paese evoluto e civile, in cui c’è rispetto, previdenza sociale, servizi, guadagni di più, spendi di meno”.
È anche vero che “è stata una tua scelta, hai fatto bene ad andartene perché qui con la laurea in lettere giusto il call center, sei con l’uomo che ami e stai mettendo su famiglia”.
Tutto sacrosanto!
Però la mamma è la mamma, il papà è il papà, la sorella è la sorella…insomma, la famiglia resta sempre la famiglia e staccarsi dalle proprie radici è difficile.
E il sole, ne vogliamo parlare?
E il mezzo chilo di focaccia al giorno?
E il mare ligure che ti ondeggia nelle orecchie e ti porta a chiederti cosa ne sarà di te quando l’infrangersi dei flutti cesserà per sempre?
E quei monti valdostani? Salutarli fa male. Hanno visto tutto di te, hanno sbirciato il tuo primo bacio, sorriso delle primissime trasgressioni vacanziere, assistito al piacere sfrenato del poter finalmente uscire la sera ma alle 11 a casa. Non ci hanno creduto quando ventenne ribelle hai detto “io d’estate non ci vengo più, voglio andare in Sardegna o fare l’interrail in Spagna!”: sapevano benissimo che, al momento giusto, saresti tornata avida di rivederli, cambiata e matura.
Ed è quello che ho fatto. Tornare. Riscoprire il mio vecchio e inconfessato amore. E piangere mentre con orgoglio dico “l’anno prossimo potrò mostrare questa meraviglia a mio figlio!”.