Il fast parrucchiere


Mezza giornata dal parrucchiere con appuntamento preso settimane prima?
Non se abiti a Barmbek!
Sulla Fuhle (n.d.r. Fuhlsbüttler Straße, Hamburg), l’arteria di vita e di negozi di questo quartiere etnico-popolare, i parrucchieri sono ogni 100 metri. E non sono come da noi.
Il principio è semplice: entri – aspetti – lavaggio – taglio e…asciughi da sola. Prezzo: 10 euro.

Atmosfera da catena di montaggio.
Comfort ridotto al minimo, neanche le riviste scandalistiche a tenerti compagnia durante l’attesa che comunque non è mai troppo lunga. Che poi, dico io, uno va apposta dal parrucchiere a leggere i gossip! Ma se si ha poco tempo e si vuole giusto far dare una spuntatina senza troppi optional, allora queste industrie di taglia capelli sono proprio l’ideale.
Su molte, moltissime cose bisogna chiudere un occhio e scordarsi il salone milanese col nome straniero in cui si entrava Maria Maddalena e si usciva Madonna; quel bel posto luminoso in cui la shampista ti massaggiava dolcemente e l’artista del capello ti spazzolava accarezzandoti; l’aurea paradisiaca di spruzzi di lacca che ti disinibiva e ti faceva fare cose che non avresti mai osato – come il taglio bob nonostante il nasone, i colpi di sole biondi su base marrone, le sopracciglia spesse mezzo millimetro stile Barbie.
Ricordi di trattamenti trendy e sforbiciate lussuose…

Torniamo a Barmbek.
Regole di sopravvivenza dal fast parrucchiere turco-tedesco (di solito sono di origine turca infatti):

1) Non guardare MAI per terra! Le ragazze ultra-sotto pagate e sfruttate devono mantenere il ritmo di tre tagli all’ora (per 9 euro l’ora, 10 ore e 30 persone al giorno, ho chiesto). E non hanno di certo il tempo di pulire il pavimento dopo ogni cliente. Se si arriva di pomeriggio tardi sembra di essere in un campo di tosatura - e la metafora rende ancora meglio l’idea se si pensa che i tedeschi, per la maggior parte, hanno i capelli chiari.

2) Credere di essere immuni a qualsiasi tipo di microbo, batterio, pidocchio e acaro: quelle belle vetrinette a raggi azzurri sterilizzanti in cui il mio parrucchiere Biagio (la persona che mi manca di più dopo mia madre) aveva nel suo “l’Elite” e in cui faceva riposare beati forbici e pettini restano una memoria lontana.
Stessa spazzola per tutti e via andare!

3) Non pensare di andare dal parrucchiere a spettegolare: l’unico argomento di conversazione concesso è “come li vuoi i capelli”, possibilmente senza troppi fronzoli descrittivi ma diretti al punto. Niente sorrisi, niente confidenze da portinaia, il prezzo non lo permette.

4) Non formalizzarsi. Non fa niente se la spazzola cade sul pavimento: si raccoglie e si continua…

… sì, sul pavimento del punto 1), proprio quello…